Inquinamento e Covid-19

0
642
copernicus
Created with GIMP

Esiste una stretta correlazione tra il blocco delle attività causato dall’emergenza Covid-19 e una riduzione dell’inquinamento: lo conferma Copernicus o meglio CAMS, il sistema di monitoraggio dell’atmosfera.

Attraverso le analisi giornaliere fornisce i dati sulle concentrazioni degli inquinanti atmosferici, inoltre le osservazioni satellitari consentono di rilevare i bruschi cambiamenti di inquinamento atmosferico, aspetto che è stato recentemente evidenziato dall’ESA e dalla NASA per i casi di Cina e Italia, le più colpite dal Coronavirus. La maggiore evidenza italiana riguarda il nord dove i rilievi del biossido di azoto NO2 confermano una tendenza alla riduzione graduale di circa il 10% a settimana nelle ultime quattro o cinque settimane. Tuttavia il lockdown (chiusura delle attività per arrestare la diffusione dei contagi da Coronavirus) non è il solo fattore incidente, perché a condizionare le variazioni delle nuvole di inquinamento, sono anche le condizioni meteorologiche.

CAMS è l’acronimo di Copernicus Atmosphere Monitoring Service, gestito dall’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF), per conto della Commissione europea, ed è uno dei sei servizi che fa parte del programma europeo di osservazione della Terra, Copernicus. Le analisi locali della qualità dell’aria CAMS si basano su osservazioni della qualità dell’aria fornite dall’Agenzia europea dell’ambiente, che le raccoglie dai singoli paesi. Tali analisi CAMS sono ottenute combinando osservazioni satellitari, in situ e modelli numerici che simulano leggi della fisica e della chimica nell’atmosfera. Sono di altissima qualità, tuttavia la principale limitazione di tali analisi è che non è possibile tenere conto della specifica variabilità spaziale e degli effetti locali che si verificano nelle vicinanze di una sorgente (da pochi metri fino a cento metri di raggio) come ad esempio un tratto di strada trafficato o una centrale elettrica. I dati raccolti possono essere consultati gratuitamente presso l’Atmosphere Data Store di CAMS.

Il biossido di azoto NO2 è un inquinante che rimane vicino alla zona di emissione: una volta emesso, si mantiene nell’atmosfera meno di un giorno prima di depositarsi o reagire con altri gas nell’atmosfera. Generalmente le emissioni di NO2 sono dovute ad attività umane, per questo motivo è solita la variazione giornaliera, settimanale e mensile. Le emissioni, inoltre dipendono anche da fattori atmosferici, le condizioni anticicloniche possono causare l’accumulo di inquinanti vicino alle fonti e alte concentrazioni in superficie. Queste variazioni rendono difficile rilevare e caratterizzare le tendenze in brevi periodi di tempo.

A Milano, nelle prime cinque settimane dell’anno non è visibile una chiara tendenza, ma dalla settimana 6, si nota il calo di tendenza. Le concentrazioni medie di biossido di azoto sono state di circa 65 μg.m -3 a gennaio, 50 μg.m -3 a febbraio e meno di 40 μg.m -3 nella prima metà di marzo. La tendenza lineare decrescente sulla media giornaliera dalla settimana 6 è dell’ordine di – 4 μg.m -3 a settimana. L’andamento decrescente si riscontra anche a Torino e Bergamo. A Bologna le concentrazioni sono state in media intorno a 30 μg.m -3 a gennaio e sono in media intorno a 15 μg.m -3 dall’inizio di febbraio. Similmente per Venezia si è passati da 35 μg.m -3 a 15 μg.m-3 . Per Roma sembra che ci sia una riduzione graduale a partire dalla settimana 9.

Resta difficile isolare gli effetti dovuti alle condizioni meteorologiche e quelli indotti dalle misure prese contro la diffusione del COVID-19. Nel resto d’Italia le riduzioni visibili delle concentrazioni sono ancora più difficili da individuare, poiché le misure relative a COVID-19 sono state adottate in seguito alle città del nord.

Per dettagli: https://www.ingegneri.cc/inquinamento-e-covid-19-quali-sono-gli-effetti-del-lockdown-sullambiente.html

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here