Sistemi di deumidificazione delle murature

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Sistemi di deumidificazione delle murature

 di Lorella Arnetoli

Abbiamo descritto quali sono le più probabili cause della presenza di umidità nei muri. Accingiamoci a definire quali sono, ad oggi, i sistemi più utilizzati per combattere il fenomeno.

 

Intonaci deumidificanti ( o macroporosi ): grazie alla loro formulazione, favoriscono lo smaltimento dell’umidità presente nella muratura per evaporazione, ma, soprattutto, evitano la risalita dei sali disciolti. Sono indicati quando le tracce di umidità non sono particolarmente estese ed il degrado non si presenta accentuato. Possono attenuare il problema ma non certamente risolverlo definitivamente.

 

Taglio del muro: prevede l’inserimento, nello spessore del muro di una barriera impermeabile. Occorre perciò tagliare le pareti per tutto il perimetro dell’edificio ed inserire nella fessura così ottenuta una lamina di resina sintetica impermeabile. Il taglio viene effettuato con una piccola carotatrice ad asse orizzontale; operando una prima serie di fori accostati si ottengono fessure regolari, mentre con una seconda serie sovrapposta si procede ad asportare i settori rimasti. In tal modo la muratura non viene percossa o turbata nella sua staticità in quanto la carotatrice estrae il materiale sotto forma di cilindri,  senza lasciare detriti nel foro e senza urti o vibrazioni. Il metodo è stato negli anni abbondantemente testato e non crea problemi di staticità di alcun genere per carichi verticali anche possenti. Un’analisi più approfondita si rende necessaria nel caso in cui il metodo venga applicato a strutture snelle in zona sismica.

 

Realizzazione di scannafosso perimetrale: tale metodo consiste nel frapporre fra la parete ed il terreno un’intercapedine areata. E’ un metodo efficace quando si abbiano casi di pareti parzialmente o totalmente interrate, quando l’umidità sia ceduta al muro dalle pareti laterali e non per una risalita di acqua per capillarità dai piedi del muro stesso. Potrebbe avere qualche efficacia se fosse costruito in modo da creare un drenaggio dell’acque di falda al di sotto delle fondazioni dell’edificio. In poche parole, conoscendo l’andamento delle percolazioni sotterranee e la profondità delle fondazioni, si potrebbe costruire un drenaggio che sposti la linea di scorrimento dell’acqua di falda al di sotto dei “piedi” del fabbricato. Soluzione quanto mai onerosa sia per i costi relativi ai necessari monitoraggi, sia ai costi di fabbricazione.

 

Intercettazione capillare con resine: consiste nell’occludere i capillari del muro con sostanze idonee ( resine siliconiche, lattici di gomma, ecc.. ). Di solito il liquido intercettante viene iniettato nella fascia di parete adiacente al pavimento, a mezzi di fori cilindrici orizzontali o inclinati di un piccolo diametro ( 10÷12 mm ), allineati su due o più file a quinconce sulla parete. Questo metodo presenta molti vantaggi dal punto di vista realizzativo, perché non è distruttivo, non necessita della realizzazione di grandi opere ( come lo scannafosso ) ed è relativamente oneroso, ma non può dare la certezza di aver risolto il problema, perché tecnicamente è impossibile controllare la diffusione dell’impermeabilizzante all’interno del muro. Soltanto una diffusione omogenea e perfetta, che renda impermeabile un intero strato orizzontale di muro, da una parete all’altra, può garantire la perfetta riuscita dell’intervento.

 

Sifoni di Knapen: si tratta dell’introduzione all’interno del muro di tubicini porosi lunghi una trentina di centimetri e del diametro di circa 3 cm, inseriti in fori disposti in file parallele  realizzate  in  prossimità  della  base  muraria,  e inclinati  con  pendenza  verso  l’esterno.

Il funzionamento di questo metodo si baserebbe sul principio fisico per cui, in un volume in cui siano presenti due fluidi, il fluido più pesante si muove verso il basso lasciando risalire il fluido più leggero.

In particolare, nel sifone di Knapen, il funzionamento presunto descrive l’aria  esterna  che entra  in  alto  nel  sifone, a  contatto  col  muro  diventa più  umida,  quindi  più pesante tanto da  scorrere  in  basso  verso  l’esterno,  richiamando  nuova  aria  asciutta e rinnovando  continuamente  il  processo  di  estrazione  spontanea dell’umidità  dal  muro.

In realtà  questo principio, dimostrato con esperimenti sull’acqua e l’olio, necessita di parametri fisici determinati ( pesi specifici dei fluidi in esame, temperatura, ecc… ) che non possono essere dati per certi nel caso in esame. Si arriverebbe all’assurdo di pensare che basti immettere un tubicino poroso all’interno di una muratura molto umida  per farne uscire un getto d’acqua.

 

Il sistema elettrosmotico: E’ noto che, con l’impiego di una corrente elettrica continua attraverso un liquido, si può, per elettrosmosi, effettuare il trasporto di un liquido attraverso setti porosi o semiporosi, con una velocità indipendente dallo spessore del settore. La diffidenza con cui questo metodo è stato accolto dalla letteratura tecnica è da addebitarsi al fatto che i parametri che possono influire sui risultati ottenuti sono molteplici; si pensi al fatto che la resistenza elettrica della massa muraria cresce rapidamente con il prosciugamento, oppure si pensi alle correnti vaganti che possono interferire con il processo. Il fiorire di aziende che hanno utilizzato, continuano ad utilizzare e soprattutto garantiscono il sistema, porta comunque a considerarlo come una soluzione praticabile.

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