Nella lotta contro il Covid-19, l’uso di tecnologie digitali come l’Intelligenza Artificiale (AI), le Mobile App e i Big Data Analytics ci possono offrire strumenti validi per fare previsioni sulla diffusione del virus, sulla sua efficacia e sull’impatto delle contromisure adottate.
L’emergenza dovuta dal propagarsi del Coronavirus, ci ha posto difronte ad un dilemma: quanto siamo disposti a cedere della nostra privacy per una maggiore sicurezza di noi stessi. Mentre un efficace utilizzo dell’Intelligenza Artificiale unito ai Big Data, può aiutarci a diagnosticare i singoli casi in modo rapido e preciso e a ottimizzare l’uso di scarse risorse sanitarie, strumenti come le App Mobile possono permetterci un maggiore efficienza nel tracciamento dei casi reali e futuri, rendendo la vita di ogni cittadino più sicura e “normale”.
Ma rimane un aspetto importante da considerare: la sicurezza dei dati del singolo e come questi dati saranno trattati per rendere la nostra vita più “normale”.
L’Intelligence Artificiale e i Big Data: Le tecniche di intelligenza artificiale (AI) e l’enorme quantità di dati raccolti (Big Data) possono essere utilizzati per comprendere, analizzare e prevedere come si sta diffondendo il virus e quali misure sono probabilmente più efficaci per prevenire o rallentare un’ulteriore diffusione. Ovviamente questo è molto rilevante a breve termine, per “abbassare il picco” e ridurre l’onere di assistenza sanitaria. Tuttavia, è rilevante anche a più lungo termine, se si manifestano nuovi focolai.
App di Contact Tracing: La tracciabilità dei contatti (Contact Tracing) è il processo di identificazione di una persona che è venuta a contatto con una persona infetta.
L’utilizzo di questa tecnologia consente la diagnosi e la gestione precoci della diffusione del virus, se combinata con l’isolamento sociale. Fatto manualmente, la tracciabilità dei contatti è un lavoro intensivo che richiede molto tempo, mentre le applicazioni mobili possono risolvere questo problema sfruttando i segnali Bluetooth e / o Log di tracciamento del GPS, confrontando questi dati con le informazioni di ogni singolo rispetto alla sua diagnosi COVID-19. Tali soluzioni mobile (App) sono molto promettenti, ma ci sono problemi di privacy e sicurezza informatica che devono essere esplorati, e l’efficacia di queste soluzioni dipenderà dall’adozione da parte della popolazione di massa e dagli aspetti di sicurezza implementati.
l’approccio che Cina, Singapore, Corea del Sud e l’Europa (di cui l’Italia) stanno sperimentando dipende molto dal livello di Privacy che ogni individuo è disposto a cedere nei confronti di una maggiore tutale della salute. Non esiste un approccio migliore rispetto ad una altro, ma bensì le soluzioni vanno scelte e adottate rispetto al contesto Nazionali e alle normative vigenti.
Possiamo identificare due macro famiglie di App mobili che utilizzano le tecniche di Contact Tracing :
- Tramite Bluetooth Low Energy (BLE) : utilizzate principalmente nel contesto Europeo, e di Singapore. Ha il vantaggio di avere una maggiore precisione, in quanto la comunicazione dei dati può avvenire anche a breve distanza ed in aree non coperte dal segnale GPS come la propria casa o aree interrate come metropolitane.
- Tramite geolocalizzazione GPS : utilizzate principalmente nel contesto Cinese e Corea del Sud. Questa pecca di precisione, ma è maggiormente utilizzato dalla gran parte delle app installate nei nostri cellulari (Facebook, Instagram etc.)
Ulteriore elemento da considerare è la modalità di condivisione dell’informazione sicura del dato, elemento imprescindibile per l’Europa e non solo.
L’APP IMMUNI
L’Italia in questi giorni ha dichiarato di avere avviato lo sviluppo di un app che sarà utilizzata per il tracciamento. L’app denominata Immuni sarà composta di due parti, una dedicata al contact tracing vero e proprio (via Bluetooth) e l’altra destinata ad ospitare una sorta di “diario clinico” in cui l’utente possa annotare tempo per tempo dati relativi alle proprie condizioni di salute, come la presenza di sintomi compatibili con il virus. I dati dell’utente saranno salvati sul proprio dispositivo, assegnandogli un ID temporaneo, che varia spesso e viene scambiato tramite Bluetooth con i dispositivi vicini. L’elemento centrale è legato alla modalità di trasferimento dei dati, tramite lo sfruttamento dello standard definito nel progetto PEPP-PT: è un progetto Europeo, che definisce le modalità di scambio sicuro dei dati tra dispositivi mobile attraverso l’uso dello standard Bluetooth.