Di norma su un impianto di riscaldamento e raffrescamento radiante è possibile posare qualsiasi tipo di pavimentazione. Questo risulta valido anche per i rivestimenti resinosi, che presentano diversi vantaggi.
Il primo è relativo alla resistenza termica dei prodotti, legata anche al loro spessore: le resine infatti sono materiali ad elevata conducibilità termica e a ridotto spessore (qualche millimetro).
Anche se talvolta l’aspetto estetico può risultare somigliante, ci sono notevoli differenze tra i pavimenti in resina, cemento e microcemento.
I pavimenti in cemento industriale hanno spessore più elevato e richiedono delle giunture che limitino la possibilità che si verifichino lesioni. I colori più comuni sono grigio, rosso, verde. In questa soluzione possono presentarsi microlesioni. E dato che per effettuare la posa in opera vengono utilizzati dei mezzi meccanici, nei punti più difficili da raggiungere, come ad esempio gli angoli, la superficie può non risultare completamente uniforme. I pavimenti in cemento spatolato, come indica il nome sono realizzati mediante l’uso di una spatola. Sono caratterizzati da un’elevata resistenza alle microlesioni, dovuta alle fibre di vetro che si trovano, senza essere visibili, nello strato superficiale.
I pavimenti in microcemento sono caratterizzati da uno spessore ridotto. Sono costituiti da un sistema in cemento bicomponente con un diverso modulo elastico. La particolarità di questa pavimentazione è il rapporto durezza/elasticità, grazie al quale assicura un’elevata resistenza agli urti.
I pavimenti in resina comprendono molteplici tipologie e solitamente sono composti da resine autolivellanti a colata. Questo tipo di pavimento ha un aspetto più plastico e uniforme, e il suo spessore medio, estremamente contenuto, permette di non dover intervenire su altri elementi come porte e balconi che si trovano in prossimità. Inoltre si contraddistingue per un’alta conducibilità termica che consente di abbinarlo in modo ottimale a sistemi radianti a pavimento, oltre che per un’eccellente resistenza all’usura e una notevole impermeabilità.
Le pavimentazioni in resina devono possedere anche resistenza all’aggressione delle sostanze chimiche, facilità di pulizia, impermeabilità, controllo delle polveri e un’elevata qualità estetica e architettonica. Sono costituiti da un supporto la cui superficie può essere o impregnata o ricoperta da uno specifico strato resinoso per ottenere particolari prestazioni funzionali.
Le resine sintetiche impiegate nella realizzazione dei rivestimenti resinosi, distinte in base alla sigla e alla loro costituzione, sono essenzialmente le seguenti:
- EP, resina epossidica, termoindurente per poliaddizione;
- PUR, poliuretano, termoindurente per poliaddizione;
- MMA, polimetilmetacrilato, termoplastico per polimerizzazione.
Le norme di riferimento sul tema dei rivestimenti resinosi sono le seguenti:
- UNI 8297: stabilisce le definizioni tecniche che descrivono le pavimentazioni in resina
- UNI 8298: descrive le prestazioni dei pavimenti resinosi
- UNI 8636: descrizione dei requisiti che un pavimento in resina deve avere
- UNI 10966: contiene le indicazioni per progettare e realizzare le pavimentazioni in resina.