Ponti, viadotti e monitoraggio: come intervenire

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ENEA: ponti viadotto e monitoraggio

Di monitoraggio ponti, si è parlato presso la sede ENEA di Roma dove si è tenuto il convegno “Monitoraggio e valutazione di ponti e viadotti – Stato dell’arte e prospettive” durante il quale è stato fatto il punto sulle attività e le proposte per la salvaguardia e la manutenzione preventiva delle infrastrutture.

Durante l’incontro, sono state individuate le soluzioni da adottare sulle strutture presenti lungo il sistema infrastrutturale, con l’obiettivo di monitorare e riconoscere lo stato di conservazione e di degrado dei materiali.

È stato spiegato: “i crolli di ponti e viadotti che si sono verificati negli ultimi anni suggeriscono che, come le persone, anche le strutture hanno bisogno di check-up programmati. Oggi siamo in grado di controllarle di continuo grazie a sistemi di monitoraggio avanzati che consentono di individuare danneggiamenti già nella loro fase iniziale. Le tecnologie offrono la possibilità di rimediare in tempo, prima che il degrado si aggravi e richieda interventi più pesanti e costosi.

Tra le tematiche analizzate: robustezza strutturale di ponti e viadotti, verifiche di sicurezza dei ponti esistenti, tecniche di monitoraggio e di caratterizzazione strutturale di ponti, monitoraggio dinamico strutturale e cloud computing.

Un argomento, sempre più, oggetto di riflessioni ed approfondimenti, dopo il tragico evento del crollo del viadotto Morandi e dei diversi casi di collasso delle strutture che hanno sollevato non poche polemiche e rimbalzi di responsabilità di intervento.

Il problema della mancata manutenzione che in casi gravi si traduce in crolli, oltre a compromettere la sicurezza degli utenti, causa gravi disservizi rendendo inaccessibili le infrastrutture strategiche.

LE PROPOSTE: l’attività di check-up, nell’ambito del monitoraggio ponti, può essere eseguita attraverso il sistema dell’interferometria radar. Attraverso uno strumento simile ad una macchina fotografica, la misurazione delle vibrazioni, sulla struttura di un ponte o di un viadotto, può essere eseguita anche da remoto e dopo aver effettuato le misurazioni dinamiche, in base ai rilievi ottenuti, è possibile definire una scala di priorità sia per gli approfondimenti sperimentali sia per gli interventi da realizzare.

L’aspetto positivo interessa sia i costi di misurazione che sono notevolmente ridotti sia la facilità di accesso ai dati senza dover essere necessariamente presenti in sito.

Per il rilievo continuo nel monitoraggio ponti, vengono proposti sensori a fibra ottica in grado di eseguire a costi accessibili un monitoraggio anche con un elevato numero di punti di rilevazione. Questa tecnologia può rappresentare il punto di partenza per un progetto/processo di prevenzione su ponti e viadotti che, in base ai risultati del monitoraggio continuo, favorisca una manutenzione preventiva in tempo reale.

LA QUESTIONE INTERESSA TUTTI: Il Ponte all’Indiano a Firenze, il viadotto a Civita di Bagnoregio (VT) e la passerella pedonale di Forchheim in Baviera sono strutture analizzate dall’agenzia nazionale ENEA. Gli interventi, tuttavia non interessano il solo monitoraggio statico, ma anche l’adeguamento sismico attraverso tecnologie basate sull’utilizzo di sistemi di isolamento e dissipazione, particolarmente idonee nella salvaguardia di strutture esistenti come, ad esempio, il ponte in cemento armato precompresso e pile in muratura sul fiume Reno a Marzabotto (BO).

Quello del monitoraggio ponti, è un aspetto che richiede sempre più una presa di coscienza ed è una questione che interessa i governi e gli enti che si occupano della gestione delle infrastrutture.

Anche dagli Stati Uniti arriva un grido d’allarme sulle opere infrastrutturali vetuste verso le quali sono in atto sperimentazioni innovative come ad esempio quella che prevede l’impiego di smartphone tra i più diffusi in commercio, per il monitoraggio di ponti. L’esperimento è stato condotto sul ponte Harvard Bridge a Boston, attraversato giornalmente da 30mila veicoli. Dallo studio è emerso che gli accelerometri presenti negli smartphone, pur non essendo sensori di tipo professionale, possono fornire informazioni valide e significative che consentono di controllare le vibrazioni della struttura, con un’accuratezza assimilabile a quella ottenuta utilizzando il sistema a sensori fissi.

I risultati ottenuti risultano tanto più precisi quanto più alto è il numero di dataset provenienti da diversi cellulari che viene analizzato. La gestione di big data via crowdsourcing sarà un’altra questione da affrontare.

 

Fonte: https://www.ingegneri.cc/monitoraggio-ponti.html

 

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