Strumenti automatici di calcolo

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Strumenti automatici di calcolo

Di Michele Betti

 

Gli strumenti di calcolo automatico sono diventati, anche a seguito delle modifiche introdotte nel quadro normativo nazionale dalle NTC 2008 prima e dalle NTC 2018 adesso, un elemento irrinunciabile e spesso “misterioso” della pratica professionale dell’ingegnere civile. A ciò si aggiunga la sempre maggiore necessità di adottare tecniche di analisi non lineare sia per la progettazione di nuove strutture sia per l’analisi di strutture esistenti. Queste esigenze hanno portato al proliferare di un’offerta vasta, talvolta di difficile valutazione, di strumenti automatici di calcolo che si presentano come dei “black-box” e che richiedono all’utente ingegnere una esperta analisi critica sia delle potenzialità sia dell’affidabilità di tali codici.

Le NTC 2018, al  §10.2, riportano: “Qualora l’analisi strutturale e le relative verifiche siano condotte con l’ausilio di codici di calcolo automatico, il progettista dovrà controllare l’affidabilità dei codici utilizzati e verificare l’attendibilità dei risultati ottenuti.” Questi elementi, seppure in nuce già contenuti in precedenti raccomandazioni CNR (le istruzioni CNR 10024/86), sono divenuti sistematici con le NTC 2008 e confermati nelle NTC 2018. Come ben evidenziato già nel 2011 dall’Ing. Bruno Finzi, Presidente della commissione strutture dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, diverse sono le criticità a cui l’utente ingegnere deve prestare attenzione: “Il progettista deve non solo prestare attenzione e conoscere la normativa in modo da poter usare il software di calcolo in modo corretto, ma anche capire in quale modo il produttore del software, che non essendo un estensore della normativa si pone dalla stessa parte del progettista, ha interpretato e implementato i vari punti della normativa. Questo aspetto spesso sfugge agli utenti progettisti e, purtroppo, in diversi casi neppure la manualistica a corredo dei software è in grado di fornire adeguate informazioni”.

Ponendosi in questo ambito, il seminario di aggiornamento professionale organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Pistoia con il patrocinio del Collegio degli Ingegneri della Toscana e del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dell’Università di Firenze, tenutosi il passato 15 dicembre 2017, ha inteso illustrare l’impiego di strumenti Open Source, quindi non “black-box”, nel settore dell’ingegneria civile. Da un lato sono state discusse le potenzialità d’uso dei moderni strumenti di calcolo, dall’altro sono stati affrontati i necessari strumenti critici per un loro consapevole impiego. Tali strumenti, data la loro intrinseca flessibilità si prestano inoltre sia per l’applicazione di nuove (e vecchie) metodologie di analisi e di progettazione, sia per l’introduzione di sistemi costruttivi di recente sviluppo, meno diffusi nella pratica ingegneristica.

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