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I cantieri della nuova tranvia e i CAM (Criteri Ambientali minimi)

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Con Decreto 11 ottobre 2017 a firma del Ministro Galletti si sono introdotti nella normativa ambientale i criteri minimi ambientali che devono essere adottai nella realizzazione delle opere pubbliche. L’apertura dei cantieri della nuova line tranviaria prevista dal Comune di Firenze per il Marzo 2020 dovranno essere stati preceduti dalla valutazione dei seguenti aspetti ambientali soddisfacenti i requisiti richiesti dalla norma:

1- Individuazione delle ricadute funzionali – ambientali
a. Calcolo del fabbisogno di risorse:
• Energia elettrica
• Energia termica
• Fabbisogni idrici
b. Calcolo delle emissioni:
• Rumore
• Emissioni di inquinanti
• Produzione di polveri
• Calcolo dei quantitativi dei materiali di scavo
• Demolizione ed approvvigionamenti di materiali
• Valutazione delle caratteristiche dei residui di lavorazioni (Rifiuti speciali)
• Monitoraggio dei siti di cava (Piani cave provinciali e/o regionali)
2- Individuazione degli impatti temporanei e residui sulle aree circostanti
• Verifica degli impatti e misure di salvaguardia delle aree o dei recettori sensibili
• Piano di circolazione dei mezzi d’opera e percorsi impegnati
• Tipologia dei mezzi, volumi di traffico previsti, impatto sulla viabilità esistente
• Percorsi alternativi in caso di inagibilità temporanea dei percorsi programmati
• Eventuali percorsi di attraversamento delle aree urbanizzate
• Piano di deposito temporaneo dei materiali
• Piano di smaltimento dei reflui:
-Acque di lavorazione
-Scarichi civili
-Scarichi industriali
• Modalità di conservazione della coltre vegetale in attesa del suo riutilizzo

Il posizionamento dei cantieri non potrà obbedire più alle sole esigenze funzionali, ma dovrà sempre più sfruttare aree che permettano anche forti manipolazioni (per esempio: aree dismesse o marginali rispetto al tessuto connettivo locale) o che siano già inserite in altre previsioni di sviluppo (ad esempio: aree di cantiere di opere già completate o di futura realizzazione), così come sempre più ci si orienta all’adozione di viabilità di cantiere totalmente interna al perimetro dei lavori o sfruttante l’infrastruttura stessa. Tutto ciò fa insorgere e consolidare l’esigenza di un rapporto opera-territorio, quella cioè di una interazione continua basata sulle procedure informative. I cantieri vanno considerati (data anche la loro durata temporale) non come strutture insediative marginali, ma integrate nel tessuto socio-culturale circostante con il quale debbono intrattenere interrelazioni (insediamento, approvvigionamento, movimentazione mezzi e uomini ed utilizzo delle infrastrutture di servizio locali) ed a questi ambiti debbono fornire informazioni atte a garantire le comunità degli scopi ed obiettivi dell’impianto. Devono apparire i centri informativi, depositari degli atti progettuali, delle motivazioni di indirizzo e/o di variazione di progetto e contemporaneamente e soprattutto centro di verifica in corso d’opera, da parte delle comunità locali, delle procedure realizzative, ma anche sulla protezione e mitigazione degli impatti.

A cura del Dott. Ing Pietro Berna

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