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Luce naturale o artificiale nelle biblioteche -4 puntata

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4. RISULTATI E DISCUSSIONE
Le misure illuminotecniche, radiometriche e fotometriche, hanno consentito di definire il clima luminoso presente in sala, in condizioni di sola luce naturale, sola artificiale e in presenza di luce artificiale e naturale.
Le prescrizioni illuminotecniche proposte dalla normativa vigente prevedono per le zone/piani di lettura un illuminamento medio di 500 lux e una uniformità di illuminamento maggiore o uguale Figura 14 – Tavole usate per il R.Ex Test a 0,7. Per le zone adibite a scaffalature e quindi anche di esposizione del materiale cartaceo viene suggerito un valore di illuminamento medio di 200 lux ed una uniformità di illuminamento non inferiore a 0,5. Un adeguato illuminamento utile a svolgere il compito visivo di lettura e scrittura sicuramente è dovuto alla quantità e direzionalità della luce sul piano di lavoro, ma soprattutto dalla sua distribuzione uniforme.
Questa può essere valutata in funzione dei rapporti tra il valore di illuminamento medio e minimo, e tra illuminamento medio e massimo. D’altra parte la qualità della visione e percezione dipendono dall’equilibrio delle luminanze, dall’indice di resa del contrasto che a loro volta permettono il controllo dell’abbagliamento sia diretto/indiretto che di velo. Figura 15 – Svolgimento R.Ex test presso la sala con sola La complessità del tema affrontato concerne il luce naturale fatto che da un lato è necessario garantire qualità
della visione, salute e sicurezza per le persone (fruitori, operatori e visitatori), e al contempo salute e sicurezza, nonché protezione preventiva e tutela dei beni contenuti nella sala (non solo libri rari, ma oggetti lignei e di altro materiale di pregio). Il degrado fotochimico e gli effetti ad esso correlati (scolorimento, invecchiamento, alterazione della struttura etc) sono danni ben noti ed il livello con cui i materiali si deteriorano dipende dalle condizioni di illuminazione, dalla composizione chimica dei materiali stessi, dalle caratteristiche spettrali della luce incidente, dai livelli di illuminamento e dalla durata di esposizione alla luce. In particolare l’effetto fotochimico, induce modifiche chimiche tali da deteriorare il materiale e il suo colore (alterazione dei pigmenti); l’effetto radiante termico causato dall’assorbimento di energia radiante (nel vicino e medio IR) provoca aumento della temperatura del mezzo e sovente danni dovuti alla variazione del contenuto di umidità e allo stress termico con effetti di dilatazione e restringimento; l’effetto biologico con effetti connessi alla crescita di microorganismi (funghi, spore, muffe, batteri e virus).
l’Atto di indirizzo sui criteri tecnico e scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei (D. Lgs. N.112/98 art. 150 comma 6), proposto dal MIBAC Ministero per i Beni e le Attività Culturali; nonché i Principi dell’IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions) per la cura e il trattamento dei materiali di biblioteca. Il primo in particolare fissa per ogni classe di fotosensibilità per i diversi tipi di materiali, i valori da rispettare di: componente UVmax associata al flusso luminoso, radiazione UVmax in valore assoluto, densità di energia, come totale radianza max per la banda di misura a 400nm ed infine la dose massima di luce annuale.
Per la Sala di Consultazione della Biblioteca Marucelliana, i valori di tutti i parametri illuminotecnici connessi alla visione e percezione, nonché i valori dei parametri strettamente legati alla conservazione preventiva, ottenuti dall’elaborazione dei dati misurati in condizione di illuminazione con sola luce naturale, luce mista e solo artificiale, non rispettano i valori limite suggeriti dalla normativa. Forte è lo squilibrio dei livelli di illuminamento e delle luminanze su tutti i piani di misura. I risultati hanno inoltre evidenziato l’assenza di un progetto illuminotecnico e dunque di un clima luminoso che differenzi la luce di base e di accento nell’ottica di una integrazione, come commistione ottimale, di luce naturale e artificiale, per mezzo di sistemi e tecnologie di controllo oggi altamente sviluppate e disponibili. D’altra parte il clima luminoso presente in sala non è affatto il risultato della messa in pratica delle buone regole e delle linee guida, nonché dei principi suggeriti dall’IFLA per la cura ed il trattamento del materiale librario. Difatti, tanto per fare un esempio, l’IFLA considera consoni per l’illuminazione di questi ambienti tutti gli apparecchi che offrono la possibilità di inserire elementi ottici o dispositivi come filtri, lenti, pellicole sia per ridurre l’UV, sia per correggere la componente visibile e del vicino e medio IR.
Ciò risulta tanto più importante quando insieme alla conservazione e tutela preventiva, si uniscono finalità di esposizione filogica-storica degli oggetti, loro valorizzazione e quindi qualità della visione e percezione, sia per l’aspetto/funzione museale che hanno questo tipo di ambienti come la sala di consultazione da noi studiata (dunque l’importanza di luce di qualità per il contenitore, lo spazio di valore storico, architettonico ed artistico, e per il materiale e gli oggetti in esso contenuti), sia per l’ergonomia della visione e la salute degli occupanti.
Da entrambi i test di ergonomia risulta che i soggetti campione hanno ottenuto ottimi risultati sia sotto condizioni di luce naturale che di luce artificiale, con preferenza per quella naturale. Mentre per il Radner test una percentuale di soggetti ha svolto meglio il test sotto luce artificiale, per quanto riguarda il Rex Test questo non è mai accaduto. In particolare, per i risultati di Rex Test e Radner Test il confronto tra gli esiti dei soggetti che hanno svolto i test sia in condizione di luce naturale sia in condizione di luce artificiale, ha mostrato che, indipendentemente dal tipo di illuminazione, i soggetti riescono a raggiungere livelli di contrasto molto bassi, ma con un tempo di esecuzione maggiore se sottoposti a luce artificiale, nonché una riduzione del contrasto critico di stampa sempre in condizioni di luce artificiale rispetto alla luce naturale. È stato quindi possibile dedurre dall’analisi dei risultati dei due test, come quantità e qualità della luce, prodotti dalla luce naturale, favoriscano un miglioramento della lettura: ciò consente di avere una certa costanza di svolgimento del
Percentuale dei soggetti che hanno svolto il Radner Test: risultato migliore con luce naturale (la percentuale “uguale” fa riferimento ai soggetti che hanno riscontrato nessuna preferenza tra i due tipi di sorgenti)

Percentuale dei soggetti che hanno svolto il R.Ex Test: molto evidente è il risultato migliore con luce naturale (“Indifferente” indica la percentuale di coloro che hanno ottenuto lo stesso risultato sotto le due sorgenti)
test fino a 0,1 logMar, dunque anche con tempi molto ridotti. Tuttavia l’acuità visiva diminuisce sotto la luce artificiale con conseguente riduzione della qualità di percezione e di visualizzazione del dettaglio, ma senza compromissione delle performance richieste nella vita di tutti i giorni, a dimostrazione di un buon adattamento di tutti i soggetti su un ampio intervallo di illuminamento. Si nota inoltre che le prestazioni sotto la luce naturale risultano maggiori di quelle eseguite sotto luce artificiale, perché comportano migliore percezione del contrasto e aumento della velocità di lettura, nonostante i livelli di illuminamento, la distribuzione ed uniformità, in presenza di sola luce naturale, non rispettino le indicazioni della normativa vigente. Anche in condizioni di luce artificiale non sono rispettati i requisiti illuminotecnici ed ergonomici.
L’illuminazione della sala andrebbe opportunamente progettata e controllata sia come luce di base che ancor di più come luce di accento. Il controllo della radiazione luminosa naturale andrebbe integrato al controllo dell’illuminazione artificiale per la quale sarebbe ottimale la sostituzione di molte sorgenti con tecnologie di illuminazione allo stato solido (LED) eventualmente da integrare con quelle a scarica presenti.
5. CONCLUSIONI
L’approccio metodologico integrato ed interdisciplinare applicato allo studio del clima luminoso di un ambiente particolare e di alto pregio storico-artistico, come la sala di consultazione della biblioteca Marucelliana, ha consentito di identificare, quantificare e qualificare il clima luminoso presente.
La metodologia di indagine sperimentale messa a punto e proposta in questo lavoro, ha consentito di analizzare la luce e le condizioni di illuminazione presenti in sala, in funzione della salvaguardia, conservazione e tutela preventiva delle opere cartacee, insieme alla tutela della salute nonché alla garanzia di corrette condizioni illuminotecniche per qualità di visione e percezione e per assicurare i requisiti ergonomici essenziali per gli utenti. La campagna di misure sperimentali, seppur coincisa per tempi e dimensioni (dovuta anche alla reale possibilità di accesso), ha consentito di definire e quantificare le prestazioni illuminotecniche, fotometriche e radiometriche dell’attuale sistema di illuminazione. I parametri e le grandezze illuminotecniche derivate dall’elaborazione dei dati sperimentali, sono stati messi a confronto con i limiti previsti dalle normative vigenti, al fine di proporre adeguate soluzioni per futuri progetti di illuminazione in grado di rispettare il valore storico-artistico degli ambienti e le prestazioni illuminotecniche e i compiti visivi richiesti. I risultati ottenuti forniscono le basi fondamentali per future proposte, che potranno portare alla realizzazione di un progetto illuminotecnico pilota come insieme di linee guida per tutti gli ambienti di analogo pregio e finalità. Dai dati relativi le grandezze fotometriche e radiometriche, si è potuto evincere la totale mancanza di coerenza e rispetto dei valori suggeriti dalla normativa sia per la conservazione e tutela preventiva del materiale librario che per la corretta visione e percezione. All’interno della sala sono state inoltre registrate delle percentuali di UV pari a 1,4 % in condizione di luce mista e di 1,6 % in condizione di luce naturale, e di IR uguali a 62,5 % in condizione di luce mista e a 71,9 % in condizione di luce naturale. Tali componenti tendono ad aumentare se si considera un intervallo di lunghezze d’onda ancora più ampio, a causa della radiazione solare entrante assolutamente non controllata.
Dalla sperimentazione condotta per il R.Ex. Test ed il Radner Test, possiamo concludere che le prestazioni sotto luce naturale risultano migliori di quelle eseguite sotto luce artificiale: si è riscontrata una migliore percezione del contrasto e un aumento della velocità di lettura quando R.Ex Test e Radner Test vengono effettuati in un ambiente in cui l’illuminamento è uniforme, equilibrato ma anche mediamente alto in valore. Questo però non accade nella Sala di Consultazione dove le condizioni di luce artificiale non soddisfano le esigenze richieste dai compiti visivi. Per quanto le prestazioni migliori si abbiano in presenza di luce naturale, quest’ultima andrebbe comunque controllata e ben direzionata.

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